L'arte di ascoltare

Ascoltare: tutti pensiamo di esserne in grado, dove sta il problema?

Eppure, l'ascolto, richiede attenzione, energia, tempo: non è un qualcosa di semplice o di scontato, tant'è che molti,  più che ascoltare, attendono il loro turno per parlare.

Tuttavia, ognuno di noi ritiene di essere un ottimo ascoltatore (nessuno ammetterebbe mai il contrario!).

Ma come ascoltiamo?

Il più delle volte selezioniamo ciò che l'interlocutore sta raccontando, filtrando dal discorso la parte che ci interessa e ritenendo (arrogantemente!) di conoscerne già tutto il contenuto; altre volte ascoltiamo a tratti, più attenti a quanto sta accadendo intorno a noi.

Nella maggior parte dei casi, comunque, stiamo già pensando a una risposta adeguata, cosa che, ammettiamolo!, è terribilmente fastidioso, dacché spesso non si vogliono nemmeno delle risposte.

Un ascolto attivo è tutt'altra cosa.

E' impegnativo, stancante, a volte difficile. Fa sì che ci si metta nei panni dell'altro, cercando di comprendere il suo punto di vista, le sue sensazioni e le sue emozioni, sospendendo sia il giudizio che la necessità di dover a tutti i costi dover elargire consigli.

L'ascolto dovrebbe essere empatico, in quanto permette all'altro di sentirsi “esistere”, di comprendere meglio le proprie difficoltà, di riuscire a vedere le cose in modo più chiaro e, a volte, trovare soluzioni.

L'ascolto è un'attitudine impegnativa.

Ascoltare con profonda attenzione, cercando di non interrompere e a non volere a tutti i costi intervenire, è qualcosa di veramente difficile.

Difficile è cercare di non consolare a metà discorso, non permettendo a chi abbiamo di fronte di vivere le proprie emozioni.
Difficile è non interrompere per comunicare un punto di vista o una soluzione preconfezionata.
Difficile è accettare di mettere l'altro in primo piano.

L'ascolto è stancante.

Significa mettersi in disparte per fare spazio all'altro, ma anche maturità, equilibrio e padronanza di sé.

Apprezzate sempre coloro che vi dicono: “Oggi non ho voglia di ascoltarti. Possiamo parlarne più tardi?”. Sono loro che, quando vi ascolteranno, lo faranno con impegno e attenzione.

Tutti, una volta, abbiamo avuto necessità di essere ascoltati. Basta ripensarci per capire quanto ci si è sentiti bene, leggeri, accolti.


La nostra prima reazione di fronte all'affermazione di un altro
è una valutazione o un giudizio, anziché uno sforzo di comprensione.
Quando qualcuno esprime un sentimento o un atteggiamento
o un'opinione tendiamo subito a pensare: è ingiusto,
è stupido, è anormale, è irragionevole, è scorretto, non è gentile.
Molto di rado ci permettiamo di capire esattamente
quale sia per lui il significato dell'affermazione”.

Carl Rogers